Telemedicina in emergenza-urgenza, al Policlinico di Bari il premio Fiaso 2019

21 maggio 2019

Innovazione digitale e sanità: un binomio che prende sempre più piede in Puglia, con best practices riconosciute anche a livello nazionale. Ultimo in ordine di tempo, il premio che FIASO (Federazione Italiana Aziende Sanitarie ed Ospedaliere) ha assegnato al Policlinico di Bari.

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L’elenco dei candidati al Premio Fiaso 2019

In particolare, è stato premiato il sistema sperimentale messo a punto da Centro regionale di Telecardiologia e Unità Operativa di Cardiologia d’urgenza e Telecardiologia del Policlinico, diretta dal prof. Ottavio Di Cillo: un sistema che, anche attraverso l’impiego della tecnologia OPTIP HoloHealth di Predict, ha integrato la telemedicina nell’ambito del sistema di emergenza-urgenza, diminuendo i tempi d’attesa (dunque garantendo maggiori speranze di guarigione ai pazienti) e i costi d’intervento.
“È un’esperienza – ha detto Nicola Pinelli, direttore FIASO – che dal nostro punto di vista ha combinato bene i modelli di organizzazione dell’offerta con l’innovazione digitale, inserisce anche un’innovazione anche abbastanza avanzata come il 3D”.

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Il prof. Ottavio Di Cillo ritira il premio FIASO 2019.

“I cambiamenti dovuti alle dinamiche demografiche e alle modificazioni dei bisogni di salute – ha affermato il Prof. Di Cillo nel ritirare il premio, durante la cerimonia di questa mattina al Politecnico di Milano – ha come contrapposizione la richiesta di riduzione della spesa pubblica invece che una incentivazione. Da clinico, penso che l’unica possibilità di superare questo gap risieda nella telemedicina. Penso che siano importanti vision di lungo periodo, su larga scala. In Puglia stiamo lavorando per un cantiere di progettualità: secondo me bisogna mettere insieme tutte le strategie a livello industriale, scientifico e culturale, in una piattaforma integrata”.
Ottavio Di Cillo ha poi dedicato spazio al valore aggiunto di OPTIP nella telemedicina e nella gestione del “ritardo evitabile”, fondamentale in pazienti colpiti da patologie come l’ictus: “Gli hologrammi – ha detto – hanno un effetto abilitante per lo specialista, che da remoto può vedere non solo il paziente, ma i dati clinico-fisici, le immagini della TAC: si riducono così i tempi di trasferimento per la consulenza neurologica, e il medico può decidere a distanza se trasferire il paziente in un centro hub o lasciarlo in un centro spoke”.
Uno degli obiettivi, ha ricordato infine il professionista, è l’engagement, il coinvolgimento dell’operatore nel processo di innovazione, per eliminare eventuali resistenze al cambiamento.
Al prof. Di Cillo, e a tutto lo staff coinvolto nel progetto, le più vive congratulazioni da parte del team Predict.

 

(a cura di Mario Maffei – Comunicazione Sanitaria)

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